Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi

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VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI

Aung San Suu Kyi’s Life Under Arrest

scritto e diretto da

Marco Martinelli

con

Ermanna Montanari

Elio De Capitani e l’amichevole partecipazione di Sonia Bergamasco

Roberto Magnani

Vincenzo Nemolato e Christian Giroso nella parte dei “Moustache Brothers”

e per la prima volta sullo schermo le giovani attrici

Ippolita Ginevra Santandrea

Sara Briccolani, Alessandra Brusi, Catalina Burioli, Olimpia Isola, Benedetta Velotti

direttore della fotografia Pasquale Mari

scenografia Edoardo Sanchi

montaggio Natalie Cristiani  – supervisione al montaggio  Jacopo Quadri
musiche Luigi Ceccarelli

sound design Maurizio Argentieri

Film riconosciuto di interesse culturale dal Ministero per i beni e le attività culturali –

Direzione generale Cinema

con il sostegno della Regione Emilia Romagna – Film Commission

con il patrocinio di Amnesty International Italia e

dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli

con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna – Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.
CMC – Cooperativa Muratori e Cementisti

prodotto da Teatro delle Albe – Ravenna Teatro – coproduzione StartCinema

distribuito da RUNNING TV

Vita agli arresti  è il film scritto e diretto da Marco Martinelli, protagonista Ermanna Montanari, che ripercorre, attraverso il racconto surreale ed immaginifico di sei bambine, la storia del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, attivista per i diritti umani e leader del movimento non-violento di opposizione alla rigida dittatura militare in Birmania.

Trasposizione dell’omonimo spettacolo teatrale del Teatro delle Albe – Ravenna Teatro, Centro di produzione, scritto e diretto da Marco Martinelli, quattro volte premio Ubu per la drammaturgia e la regia, interpretato da Ermanna Montanari, premio Eleonora Duse 2013, il film “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”, non si limita a tradurre in film la scrittura teatrale ma ne ridisegna i confini, in un originale e contemporaneo immaginario visivo che caratterizza questo lungometraggio come un film d’arte che sa arrivare al vasto pubblico parlando di giustizia e bellezza.

 

Con la sua vita dedicata alla lotta per la liberazione della Birmania dalla dittatura militare, Aung San Suu Kyi è diventata un simbolo della resistenza nonviolenta, fino alla vittoria del Premio Nobel per la pace nel 1991, ed è stata oggetto di attacchi fisici – come l’assalto al suo corteo nel 1996 – e politici – soprattutto dopo la liberazione e, nel 2012, l’ingresso in Parlamento. Questo film si distacca dal clamore della cronaca per tracciare il ritratto di una leader che ha segnato il nostro tempo, tra immagini di repertorio e originali ricostruzioni delle tappe più importanti della biografia di Aung San Suu Kyi, alternate all’intensa interpretazione di Ermanna Montanari che la impersona nei lunghi anni degli arresti domiciliari. Un film che rifiuta l’epica per abbracciare la storia, le sue vittime, il suo doloroso farsi.

 

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