Approda su CHILI (www.chili.com) Bassil’ora e lo fa simbolicamente il 26 gennaio, data della commemorazione della Ritirata dalla Russia (1943). Bassil’ora è, infatti, l’intenso racconto della Campagna di Russia, per la regia di Rebecca Basso, raccolto dalla viva voce di uno dei suoi oramai rarissimi superstiti, il centenario Giuseppe Bassi.
Fra foto di repertorio, disegni, animazioni e l’incontro con l’attrice Karina Arutyunyan, discendente ideale e reale di quel popolo che fu coprotagonista di questa cupa vicenda, il film documentario è una testimonianza tanto dura ed intensa, quanto tenera e profonda di una storia lontana ma ancora presente. Su tutto domina il sorriso e l’occhio luminoso di Giuseppe Bassi – con il suo bagaglio di cent’anni di vita.
Il film ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali, collezionando alcuni riconoscimenti tra i quali il Premio Confod (miglior documentario) all’Italian Film Festival di Cardiff, Menzione Speciale della Giuria Critica all’Asti Film Festival, Miglior Montaggio a Inventaunfilm, Miglior Lungo Internazionale all’Anthem Libertarian Film Festival (USA) – Miglior Documentario all’Eastern Nigeria Film Festival, Miglior Documentario Italiano al Sicily FIlm Award, Miglior Documentario al Social Film Festival Artelesia.
“Raccontare la storia di Giuseppe è stato per me un modo di mostrare la sua bellissima anima, forte e piena di umanità, nonostante le tante avversità che ha dovuto affrontare. Questo film ha permesso di sostenere ciò che per lui è una cosa davvero molto importante, una vera e propria missione: mantenere viva la memoria della tragedia che è stata la prigionia dei soldati italiani in Russia” dice la regista Rebecca Basso e continua: “Giuseppe ha vissuto momenti terribili, ha visto l’essere umano privato della sua dignità, ha scampato la morte in molte occasioni e in molte altre ancora ha visto morire i suoi compagni. Ha affrontato con coraggio la prigionia nei campi di concentramento e, nonostante tutto, racconta la sua storia sempre con il sorriso sul volto, arrivando persino a giustificare i suoi carcerieri: porta un messaggio di pace, di fratellanza, che vuole essere anche un’esortazione per le nuove generazioni a vivere in armonia.”
L’Assessore alla Cultura Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, dichiara: “Anche nell’ambito dei documentari tocchiamo con mano gli importanti benefici che la nostra Regione ha voluto assicurare alle filiere del cinema e dell’audiovisivo con l’introduzione di una specifica azione del Por Fesr finalizzata a rafforzare la competitività delle imprese cinematografiche operanti nel territorio e il sostegno alle case di produzione che scelgono il Veneto come set e che utilizzano maestranze venete.”
Bassil’ora è una produzione Emera Film con il contributo di Kioene e Regione del Veneto – Por FESR Veneto 2014- 2020 Azione 3.3.2. Interventi a favore della produzione cinematografica, con il sostegno di Pro-Loco di Villanova di Camposampiero, con i patrocini dei Comuni di Villanova di Camposampiero (PD), Pozzuolo del Friuli (UD), dell’U.N.I.R.R. Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, dell’A.N.A. Associazione Nazionale Alpini e del Ministero della Difesa.
Il documentario si concentra sulla storia di due personaggi principali, molto vicini emotivamente ma, dal lato formale, opposti. Uno è reale, Giuseppe, così come reale è la sua storia; l’altro invece è inventato, Katerina, in questo modo si mescola il reale alla finzione. Giuseppe Bassi, è un arzillo centenario che ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale sul fronte sovietico: uno dei pochi sopravvissuti della Campagna italiana di Russia. Catturato dai Sovietici nel ’42, imprigionato nei campi di concentramento di Tambov, Oranki e Suzdal, è rientrato in Italia un anno e mezzo dopo la fine della guerra. Il secondo personaggio è invece rappresentato da Katerina, donna di origini russe che abita a Mestre nel veneziano che proprio grazie ai suoi ricordi, ci riporterà al giorno in cui ha conosciuto Giuseppe Bassi. Una donna che con la guerra ha avuto poco a che fare, che ha un vissuto completamente diverso, ma che proviene proprio da quel paese in cui Giuseppe ha vissuto tanta sofferenza.
Giuseppe Bassi è nato a Villanova di Camposampiero nel 1919. Uno dei pochi sopravvissuti della Campagna italiana di Russia. Sottotenente del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzata, Divisione Celere, arriva in Russia nel febbraio 1942. Catturato dai Sovietici la vigilia del Natale ’42 ad Arbuzovka, presso la “valle della morte”, viene imprigionato a Tambov, Oranki e poi Suzdal. Il 27 aprile 1946, arriva finalmente l’ora della partenza verso casa e rientrerà in patria, dopo aver respirato il gelo di quattro inverni, nell’estate 1946. Quarantadue mesi trascorsi in un mondo fatto di nulla, pieno solo della peggiore “umanità”. A Villanova la sua vita ha ripreso il proprio corso, ma la sua anima non è più la stessa. Oggi ha 100 anni, una mente lucida, ricordi nitidi e spirito intenso. Grazie alla testimonianza di Giuseppe Bassi la generazione del secolo scorso può ancora incrociare lo sguardo delle generazioni contemporanee.