Dal 29 agosto il Cibo fra Sacro e Profano centro di ispirazione del fare Arte
Pronta a salpare la sesta edizione di Di là dal fiume, la rassegna promossa da Teatroinscatola che dal 29 agosto torna a trasformare luoghi insoliti della Città Eterna in palcoscenici pulsanti di altrettanti eventi di cultura e di spettacolo; il festival infatti ha tra i suoi obiettivi quello di scoprire o riscoprire luoghi della città attraverso la proposta di incontri artistici di qualità.
Esattamente a cinquanta anni dall’uscita del film La grande abbuffata di Marco Ferreri (film che sarà ricordato proprio nella sala da pranzo dove il film fu “concepito” grazie anche alla collaborazione con la Casa Museo Tognazzi), l’associazione Teatroinscatola presenta una rassegna che ha come slogan: 11 modi di affrontare la cultura del Cibo in 13 luoghi della città di Roma. Filo rosso di questa edizione – proprio mentre l’Unesco candida la Cucina Italiana come patrimonio immateriale – è dunque il Cibo, in particolar modo nel suo rapporto atavico e profondo con le arti: il teatro probabilmente nasce ad Atene nelle feste dionisiache tra cibo e vino; nei teatri elisabettiani si consumavano cibo, birra e vino; cibo e vino sono stati per decenni il contorno delle rappresentazioni liriche. La rassegna, quindi, si metterà a confronto con il tema cibo da 11 punti di vista artistici e culturali differenti: Cibo e Teatro, Cibo e Cinema, Cibo e Arte, Cibo e Architettura, Cibo e Tradizione, Cibo e Storia, Cibo e Costume, Cibo e Intercultura, Cibo e Infanzia, Cibo e Sacro, Cibo e Solidarietà.
Fra i principali protagonisti di questa edizione avremo il Teatro delle Ariette, Andy Luotto, Pippo Di Marca, Bruno Damini, Piero Cannizzaro, Simone Capula, ma anche associazioni come Avanzi Popolo una intrigante realtà culturale che si occupa di spreco alimentare.
Saranno 14 appuntamenti tutti giocati sul doppio fronte della temporaneità e del riuso dei luoghi. Ed è proprio in questa temporaneità che strade, piazze e aree differenti della città si trasformano in inediti luoghi di incontro e di aggregazione sociale. Protagoniste quindi saranno le location: da Garum (Biblioteca e Museo della Cucina) all’interno di in un palazzo barocco, già Monastero dei Padri Olivetani con vista sul Circo Massimo, che ospita una delle più importanti ed eclettiche collezioni private di gastronomia esistenti in Italia opera della passione quarantennale dello chef Rossano Boscolo; il Nuovo Mercato Esquilino, il Salone Nuovo Regina Margherita (complesso monumentale Santo Spirito in Sassia), la Città dell’Altra Economia/ex Mattatoio (che oggi ospita, tra le altre cose, il Collettivo Gastronomico). Ma anche il Teatro degli Scrittori (ex Abaco), una delle sedi della Federazione Unitaria Italiana Scrittori diretta dal professor Natale Antonio Rossi, la Casa Museo Tognazzi, l’Ospitale di Santa Francesca Romana, la Chiesa di Santa Maria dell’Orto, la Chiesa Santa Lucia del Gonfalone, Agricoltura Nuova, Riva Portese, il Centro Agroalimentare di Roma (CAR), Lettere Caffè.
Il festival ha mantenuto in tutte le edizioni un collegamento con la memoria; proprio in questa linea sarà l’incontro con Pippo Di Marca che ci parlerà del suo Grand Diner: uno spettacolo in appartamento, forse il primo del genere a Roma, una cena alla quale prendevano parte Lucia Vasilicò e altri protagonisti dell’avanguardia romana, e l’incontro è in programma presso Lettere Caffè di Trastevere proprio nella stessa via dell’appartamento che ospitò Grand Diner. E poi ci sarà Bruno Damini che si confronterà con l’eterno dilemma del rapporto fra fame e fama e lo farà all’ex Teatro Abaco, oggi Teatro degli Scrittori, che alla fine degli anni sessanta una delle mitiche cantine dell’avanguardia teatrale romana, strettamente collegata all’importante lavoro del regista Mario Ricci.
Si apre martedì 29 agosto con Cibo in movimento: da un’idea dell’architetto Massimo Alessandrini, un’esposizione di immagini fotografiche del fotografo Stefano Romano, presso il Nuovo Mercato Esquilino sull’arte antica della cucina mobile. A seguire al CAE (Largo Dino Frisullo/Municipio I), alle ore 19.00, in programma un incontro dedicato alla magica esperienza del Teatro delle Ariette, compagnia degli attori-contadini, del teatro da mangiare, dell’autobiografia che dal 1996 porta il teatro, oltre che nei teatri, nelle case, nei forni, negli ospedali, nelle scuole, per le strade, nelle piazze, nei campi. Si prosegue, alle 20.00, con la proiezione del documentario di Piero Cannizzaro (fra i suoi titoli Storie d’Africa, Ossigeno, Il Cibo dell’anima) Il cibo dell’anima: parlando di cibo si entra nel mondo di alcune tra le più importanti Comunità presenti nel nostro Paese, in primis della Comunità ebraica; il cibo diventa così il punto da cui partire per indagare sulla spiritualità, sulla socialità, sui suoni, colori, architetture, paesaggi di persone e storie, un filo rosso attraverso culture che possono anche trovare un palato, un gusto e un’esperienza comune. Alle 17.00 in programma la Visita guidata alla Chiesa di Santa Maria dell’Orto. La chiesa, la cui facciata viene attribuita all’architetto Vignola, presenta interni decorati con inusuali ghirlande di verdure e frutta; ovunque decorazioni che rimandano a tacchini, pesci, melanzane, carciofi, spighe. Una chiesa costruita grazie alle donazioni di corporazioni d’arti e mestieri. Non tutti sanno che gli spazi della chiesa furono scelta da Rossellini per il film Roma Città Aperta e in occasione di questa visita si potranno vedere spazi poco conosciuti del cortile interno, utilizzati proprio da Rossellini come set cinematografico, grazie ad una speciale visita guidata.
Mercoledì 30 agosto, ci si sposta al Salone Nuovo Regina Margherita per Il cibo e il sacro. Tradizioni e simbologie: un incontro con Igor Baglioni Igor Baglioni, Direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” introdotto e moderato da Francesca Ceci (musei Capitolini – Roma).
Il Complesso Monumentale del Santo Spirito in Saxia vanta undici secoli di nobili tradizioni di ospitalità e più di otto secoli di ininterrotta vita ospedaliera a vantaggio dei poveri, degli abbandonati e dei malati. L’area ove esso sorge, anticamente era occupata dalle costruzioni imperiali e da ampi e sontuosi giardini, gli “Horti Agrippinae” di Agrippina Maggiore, che dal Gianicolo si estendevano fino al Tevere, di cui ancora oggi, nei locali sottostanti la Corsia Sistina, sono visibili resti di muri ad opus reticulatum, pavimenti in mosaico, frammenti di marmi scolpiti e resti di affreschi.
A seguire, all’Ospitale di Santa Francesca Romana è in programma alle 19,00 Mó senti er pranzo mio. Pranzi e cene nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli, una lezione spettacolo sul grande poeta romano a cura del Professor Marcello Teodonio con gli attori Chiara Bonome e Valerio Camelin.
Ospitale di Santa Francesca Romana è un luogo ricco di storia che attraversa vari secoli: dal Medioevo, agli sfarzi del Barocco, fino ai nostri giorni. Un luogo questo, simbolo di accoglienza ed ospitalità, dedicato ad una donna: Santa Francesca Romana. Che proprio nella chiesa dell’Ospitale, quella di Santa Maria in Cappella, si dedicava alla cura fisica e spirituale dei poveri moribondi pestilenti.
Giovedì 31 agosto, nei seminterrati della Chiesa Santa Lucia del Gonfalone, si parlerà di spreco alimentare con l’associazione Avanzi Popolo. Una scelta tutt’altro che casuale dato che questa Chiesa, grazie all’opera di un prete di strada come Franco Incampo, si è trasformata da tempo in una meta di pellegrinaggio da parte di poveri e disagiati, per ciascuno dei quali Padre Franco ha una parola di conforto e una sporta di cibo. A conclusione dell’incontro la proiezione di Cibo dell’Anima seconda parte di Cannizzaro: dopo aver raccontato la cucina ebraica, Cannizzaro si sposta tra le colline nella provincia di Macerata in un convento di clausura. Per la prima volta nella storia le suore di clausura aprono le porte per raccontare la loro vita, i loro pasti, momento prezioso di comunione, ma anche para liturgico.
Venerdì 1 settembre alle 19.30 in programma, a Lettere Caffè, di via San Francesco a Ripa, I meta-martedì: un incontro su Grand Diner e il teatro d’appartamento: Pippo Di Marca racconta la storia di Grand Diner, vero e proprio spettacolo in appartamento, il primo del genere a Roma, una cena alla quale prendevano parte Lucia Vasilicò ed altri protagonisti dell’avanguardia romana. Tutt’altro che casuale la scelta della location, che si trova proprio nella stessa via dell’appartamento che ospitò Grand Diner. La seconda parte dell’incontro è a cura del regista Simone Capula che ha fatto della location insolita dei suoi spettacoli in giro per l’Italia la sua cifra stilistica: location anomale tra cui gli appartamenti.
Sabato 2 settembre si apre di primissima mattina, alle 9.00, con un Laboratorio didattico sul cibo per bambini: l’APS Piccoli Orti condurrà i più piccini alla scoperta della vita della fattoria presso Agricoltura Nuova, una cooperativa nata nel 1977 per iniziativa di un gruppo di giovani disoccupati, braccianti e contadini in cerca di un’occupazione ma anche animati dal desiderio di salvare dal cemento le Tre Decime di Roma, a seguire una merenda e il laboratorio di preparazione del formaggio.
Lunedì 4 settembre presso il Teatro degli scrittori, già Teatro Abaco, Bruno Damini sarà protagonista di una conferenza spettacolo che prende spunto dal suo volume L’uovo di Marcello. Fame e fama dalla voce dei grandi attori: fra le testimonianze raccolte nel libro ed estratti dalle registrazioni originali dell’epoca, Damini ci parlerà del rapporto tra la fame e la fama.
Il festival prevede anche una serie di appuntamenti su prenotazione (347.6808868, info@teatroinscatola.it): la Casa Museo Ugo Tognazzi dedica, innanzitutto, una giornata a La grande abbuffata con proiezioni di scene del film e visita guidata alla casa museo in occasione del 50° anniversario dall’uscita in sala del capolavoro di Marco Ferreri. In programma anche la visita guidata alla Biblioteca e al Museo della Cucina a cura della Fondazione Garum e al CAR, il Centro Agroalimentare di Roma di Guidonia Montecelio. Attesissimo l’incontro con Andy Luotto, un mito della televisione italiana dagli anni ‘70 che offrirà un vero e proprio Corso di cucina, in una location (Riva Portese) che ha un’inedita vista sul Tevere.
Ricordiamo che il Festival è totalmente autoprodotto da Teatroinscatola e reso possibile grazie alla collaborazione con: FUIS, ASL Roma 1 (U.O.C. Patrimonio aziendale e complesso monumentale S. Spirito in Sassia), CAE, GARUM, Ospitale di Santa Francesca Romana, Casa Museo Tognazzi, Riva Portese, Lettere Caffè.
per prenotazioni e informazioni
347.6808868
ig:teatroinscatola_roma