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Musica

I testi di Leonardo da Vinci prendono vita e suoni in Delle Acque di Marco Lombardi

Si intitola Delle Acque la nuova opera di Marco Lombardi che sarà presentata dall’Orchestra Sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova sotto la direzione di Andrea Battistoni in anteprima mondiale il prossimo giovedì 14 aprile alle 20,30 all’interno della stagione 2015/2016 del Carlo Felice di Genova. Il brano, una commissione della stessa Fondazione Teatro Carlo Felice per orchestra con voce recitante, è ispirato a più codici di Leonardo da Vinci. Un lavoro che segna un personalissimo punto di equilibrio nel delicato rapporto fra contenuto del testo e musica. Parlando per ossimori, Delle acque disegna il punto d’incontro fra realismo ed astrazione e racconta la possibilità che la musica possa essere e non essere al tempo stesso descrittiva.

Il confronto con il Maestro di Vinci nasce sul terreno della riflessione contemporanea quanto su quello della magia delle sue opere: “In verità più ancora delle parole sono stati i disegni di Leonardo ad attirare la mia attenzione. In particolare una serie presente nel Codice Windsor nel quale studia le possibili rappresentazioni del diluvio. A colpirmi la loro sconcertante rassomiglianza con le foto scattate dai satelliti del vortice depressione che causò l’alluvione di Genova del 2014. E’ un fatto che, secoli prima che avvenisse, Leonardo aveva raffigurato quasi esattamente lo scontro di masse di aria e di acqua che generano i cataclismi che da alcuni anni tormentano non solo Genova, ma altre città europee”. Così racconta Lombardi la sua scoperta di Leonardo.

Il pezzo prevede alcuni interventi di una voce narrante che legge brevi estratti dagli studi sulle acque che Leonardo scrisse nel corso della sua vita e che sono depositati in vari codici. Leonardo dedicò molto tempo allo studio dei vari fenomeni relativi all’acqua osservandola da vari punti prospettici: dalla semplice goccia ai vortici, dalle onde sino ai diluvi. Il brano di Lombardi è sostanzialmente suddiviso in due parti. Nella prima parte i frammenti scelti riguardano lo studio delle onde, del peso e della velocità dell’acqua, della goccia. La seconda parte – dopo l’ultimo intervento della voce – prende l’avvio da un frammento tratto dalla descrizione dei diluvi.

Quanto alla musica, numerosi i giochi, qua e là anche dal sapore quasi onomatopeico: quando ad esempio Leonardo descrive minuziosamente l’effetto, a tutti ben noto, del sasso gettato sull’acqua e i relativi rimbalzi, le note utilizzano una sorta di rimbalzo ritmico che quasi traducono in suono l’effetto visivo dei rimbalzi del sasso. Oppure quando Leonardo parla “della sommità e dell’infima bassezza dell’onde” ecco che udiamo, da una parte, solo le fasce acute e sovracute dell’orchestra, salvo poi precipitare nei suoni gravi e gravissimi. Così nella sezione finale, che occupa circa un terzo del brano, dopo che la voce ha letto un estratto dal Codice Windsor nel quale Leonardo descrive i disastrosi effetti di una inondazione, la musica si fa molto densa, materica quasi a riproporre il caos descritto da Leonardo.

Qui Lombardi cerca di immaginare, con gli strumenti della tradizione sinfonica, quale musica potesse tradurre il lavoro pittorico di Leonardo sfruttando un’orchestra  concepita per masse e volumi più che per linee e disegni. Il lavoro si conclude saldando circolarmente la fine con l’inizio con una non troppo velata citazione di un celebre passo “acquatico” della letteratura orchestrale ovvero l’inizio del Preludio dell’Oro del Reno di Wagner.